Si tratta di un itinerario che quanto a panorami ha ben poco da invidiare alla vicina, più famosa e frequentata Alta Via Bepi Zac. Come la sua consorella è ricca di postazioni della Grande Guerra, essendo stata anch'essa parte del fronte bellico.
Più selvaggia e più impegnativa, richiede passo sicuro e attrezzatura da ferrata.
Viene qui proposta la percorrenza a partire da Passo San Pellegrino, con salita al Passo delle Selle, e traversata di cresta in direzione di Cima Malinverno, con discesa da Forcella Ricoletta, che riporta in valle all'altezza di Località Fango, lungo la SS346 del Passo San Pellegrino.
Si può parcheggiare a Passo San Pellegrino, nell'ampio piazzale che si trova dal lato opposto della SS 346 rispetto alla stazione a valle della Seggiovia Costabella.
Dal parcheggio, si aggira l'Hotel San Marco, per trovare la strada bianca che sale inizialmente in direzione nord-est verso Baita Paradiso:
Dopo meno di mezz'ora si raggiunge un bivio
dove si svolta a sinistra, e in breve si raggiunge Baita Paradiso:
Si prosegue seguendo la stradina, e le indicazioni che seguono, per Passo delle Selle, o l'omonimo rifugio
che si raggiunge, dopo circa un'ora e mezza dalla partenza, risalendo un'ultima rampa:
E' possibile risparmiare tempo e fatica usufruendo della seggiovia Costabella.
Dal rifugio, in direzione sud-ovest, si imbocca il sentiero
e lo si segue, in parte in cresta e in parte a destra della stessa:
Frequenti sono le postazioni di guerra:
Affacciandosi alla finestrella di un osservatorio in questa parte del percorso si può ammirare un panorama con il Massiccio di Cima Bocche, e le Pale di San Martino sullo sfondo:
Si prosegue per cresta
fino al primo rilievo significativo, Punta delle Selle, a circa 15 minuti dal rifugio:
Bello il panorama sul Catinaccio:
Si prosegue ancora, seguendo il sentiero e i segni, e incontrando altre postazioni
come questa cannoniera austriaca:
Il sentiero passa poi a sinistra di un rilievo:
e prosegue, sempre per cresta o in prossimità:
Si raggiunge così un altro rilievo, a circa mezz'ora dal rifugio:
Si prosegue:
Un altro osservatorio
regala una vista verso Passo San Pellegrino, con il Massiccio di Cima Bocche, e sullo sfondo la Catena dei Lagorai:
Si prosegue ancora, incontrando le prime attrezzature significative, che permettono di aggirare a destra un corpo roccioso; si sale per cordino e staffe
per discendere, allo stesso modo, dall'altro lato:
Poco dopo si traversa a destra con l'ausilio di cordini
e nuovamente si scende con cordini e staffe:
Si prosegue, con attenzione, sul sentiero che costeggia a destra la cresta
fino a passare in prossimità di Punta Alochet (possibile breve digressione per la cima):
In prossimità della punta, il sentiero vira a sinistra e descrive un semicerchio verso destra, per seguire la cresta:
Poi il sentiero sale
passando a sinistra di un caratteristico pinnacolo:
Dei cordini aiutano nella progressione
aggirando a destra la parte finale del corpo roccioso
e proseguendo verso un successivo rilievo:
Il sentiero passa poco a destra della sua sommità, che si può raggiungere con breve digressione, a circa un'ora dal rifugio:
Molto suggestivo il panorama verso nord-est, che comprende la parte di percorso già fatta, con uno sfondo che abbraccia il Gruppo del Sassolungo, le Odle e il Gruppo del Sella:
Si ridiscende verso la cresta
si aggira a destra un altro corpo roccioso
per tornare in cresta:
Si procede ancora con l'ausilio di cordini
e più avanti si affronta nuovamente un traverso a destra con cordini
scalette
e staffe, con un breve passaggio che richiede forza di braccia:
Poi un tratto di sentiero in costa, e poi ancora cordino
e staffe, su passaggio esposto:
Le maggiori difficoltà sono ora superate, e si procede nuovamente su sentiero:
Uno sguardo retrospettivo mostra gli ultimi tratti di cresta superati:
Si procede senza particolari difficoltà
costeggiando a sinistra lo Spitz di Tariciogn:
Con breve digressione se ne può raggiungere la cima, a circa un'ora e mezza dal rifugio:
Tra i panorami a 260 gradi, una bella vista sul Gruppo del Latemar:
Si riprende il sentiero, a tratti attrezzato, che procede ora in discesa
verso la Forcella Ricoletta
che infine si raggiunge, a circa due ore dal rifugio:
L'escursionista volonteroso potrà proseguire in cresta, superando Cima Malinverno, per poi scendere lungamente a sinistra, per il sentiero 624, raggiungendo la SS346 presso località Roch.
Viene invece qui descritta la discesa da Forcella Ricoletta, che segue il sentiero 616B, che inizialmente scende con ampio zig-zag per il sottostante prato:
In prossimità di una roccia, un'indicazione invita a non proseguire in discesa, ma traversare verso destra:
Si traversa lungamente
verso una sella erbosa
dove un segnavia indica di proseguire in discesa lungo l'ampio crinale:
Ad un paletto con freccine si svolta decisamente a destra
e si traversa ancora:
Un centinaio di metri prima di raggiungere una casupola, un'indicazione punta verso valle
e la si asseconda, procedendo lungamente in discesa, prima su prati
poi nel bosco:
Quando si è persa ormai quasi tutta la quota si attraversa un ponticello
e al successivo segnavia si svolta a destra, senza indicazione, in discesa per traccia su prato:
Poco dopo si raggiunge finalmente la SS463, a circa 5 Km da Passo San Pellegrino:
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