Riceviamo da Luigi Dal Re, e volentieri pubblichiamo, questo racconto della prima salita invernale alla Punta del Caldrolon, per la via Strane Normali.
Intanto perchè mai due romagnoli hanno deciso di andare alla Punta del Caldrolon?
Questa è colpa mia, sono sempre stato affascinato dalle montagne fuori moda, fin da quando a metà degli anni 80 leggevo i libri di Visentini e sognavo di salire quelle cime.
Così negli anni sono arrivati il Focobon, i Campanili dei Lastei, la Torcia di Valgrande, il Piz Popena, i Tre Scarperi... e tante altre.
Ho proposto a Gabriele Sintoni questa salita invece che la solita via ad Arco; quest'inverno anomalo andava sfruttato, e siamo partiti.
Pernottamento al Menegazzi e partenza al mattino, un pò tardi ma nel sacco si stava bene.
Subito un errore, mea culpa, che ha rischiato di compromettere la salita: sbagliamo il facile sentiero e ci perdiamo nel bosco... Siamo troppo bassi e cerchiamo di alzarci per prati sempre più ripidi, scendiamo scoraggiati e rinveniamo una flebile traccia che ci porta a una radura da cui vediamo la nostra cima.
Iniziamo la faticosa salita per prati e, strano in questa stagione, incontriamo una ragazza, agente della forestale, che ci indica il giusto sentiero per il ritorno... ma sono le 11.30 e non sappiamo cosa fare.
Una botta di conti e decido di partire, non avrei avuto voglia di tornare fin lì un altra volta.
Attacco alle 11.45, il primo tiro mi impegna abbastanza, forse sto inizialmente troppo a destra sulla placca e infine esco troppo a sinistra sullo spigolo e trovo un chiodo, ne pianto un altro e a quel punto ne vedo uno due metri sotto di me; faccio sosta.
Sale Gabriele, cade un sasso e precipita a piombo sui prati, penso al tuo racconto.
Parto per il secondo tiro e anche qui mi vedo costretto a entrare nel diedro per proteggermi (io sarei salito da lì) per uscirne dopo alcuni metri e raggiungere i mughi.
Dalla cengia salgo più a sx per gradoni e spigolo fino al forcellino, sosto.
Pochi metri discesa e poi via di corsa verso la vetta, che purtroppo non ci siamo goduti per via della fretta di scendere.
Abbiamo impiegato 2h40 circa per la salita e 1 ora per le doppie rinforzando dove occorreva e lasciando un moschettone sull'ultima calata nel vuoto.
Scendendo da questa ho notato tre rinvii e un friend abbandonati sulla via normale...
Poi siamo scesi velocemente al sentiero e al bivacco chiedendoci come avessimo fatto a sbagliarlo al mattino.
E' stata una bella giornata di montagna, su una vetta pochissimo frequentata che forse non era mai stata salita in inverno, anche se parlare di inverno quest'anno....
Complimenti a voi per l'apertura della via, bell'intuito.
Gigi Dal Re
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